Continuiamo la serie sui coralli! Oggi parliamo dei coralli solitari, in particolare quelli appartenenti all’ordine degli Scleractinia, anche detti esacoralli (Hexacorallia).
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Cosa sono i coralli?
Ricordiamo che i coralli non sono altro che polipi che calcificano il loro scheletro esterno: questi possono radunarsi in colonie, quelli che più comunemente chiamiamo coralli, ma esistono anche polipi con scheletro calcareo che vivono in solitario. Ecco, proprio questi sono i cosiddetti coralli solitari.
(Per chi vuole sapere che cos’è un corallo, o solo rinfrescarsi la memoria, ecco il link dell’ultimo approfondimento: Coralli preistorici a Peagna)
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I coralli solitari nella Classe Anthozoa
I coralli solitari appartengono a due ordini della classe degli Anthozoa: l’ordine dei Rugosa e degli Scleractinia. I Rugosa vissero nell’Era Paleozoica, dal periodo Ordoviciano medio al periodo Permiano (tra 470 milioni e 255 milioni di anni fa!). Così come i Tabulata, a cui invece appartenevano solo i coralli coloniali, anche i Rugosa si estinsero alla fine del periodo Permiano.
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L’ordine degli esacoralli
E’ solo a partire dal Triassico Medio (245 milioni di anni fa) che ricomparve un nuovo ordine di coralli, gli Scleractinia, noti anche con il nome di esacoralli: questo nome si deve alla modalità di crescita che hanno i coralli di quest’ordine, sia quelli solitari che quelli coloniali. L’accrescimento avviene con lo sviluppo di setti in modo ciclico ed esamerale. Ciò significa che ogni volta che il corallo cresce in altezza, compaiono sei setti per volta, o multipli di sei. (Rif. immagine: Manuale di Paleontologia: Fondamenti – Applicazioni, a cura della Società Paleontologica Italiana, Napoli: Edizioni Idelson-Gnocchi, 2020, p. 118, Figura 6.7 B;)
Nelle immagini si possono osservare alcuni coralli solitari che appartengono alla collezione del museo: sono degli esacoralli flabellum, ossia a forma di ventaglio, che provengono dalla Riserva Naturale del Rio Torsero, poco distante dal museo. Sono dei coralli solitari sospensivori: si nutrono catturando piccole prede grazie a dei tentacoli e vivono ancorati al fondale marino o liberi.
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